Alcuni di voi già lo sanno: viaggio spesso... per lavoro. Purtroppo mi capita molto meno per piacere. E, come succede a tanti altri, mi ritrovo coinvolto (più o meno consapevolmente) in discussioni di ogni tipo: quando non si tratta di politica - aaarg! - uno degli argomenti in cui sono più stimolato riguarda il futuro di edicole, librerie, agenzie di viaggi... cioè, mi si chiede spesso se in casi di questo tipo si può già parlare di un irreversibile destino digitale. In una parola, mi si interpella sulla sorte di quei luoghi che, fino a poco tempo fa, offrivano un servizio locale indispensabile, cioè rispondevano a dei bisogni immediati, e di persone di ogni tipo.
